crisi democrazia

Storia e prospettive del sistema dei Csv

1. La crisi dello Stato sociale e la legislazione sul TS

La produzione normativa sul Terzo Settore (da qui in avanti TS), avviatasi con la legge quadro del volontariato 266/1991 [1] e ancora in corso, rappresenta sicuramente un’innovazione legislativa di portata storica, anche se i più non sembrano rendersene conto. Ciò è vero non solo perché veniva superata la totale noncuranza del legislatore italiano dei decenni precedenti riguardo il fenomeno del volontariato e dell’associazionismo sociale(altra cosa è la produzione normativa sulle IPAB e tanto più il dettato del Codice Civile in materia, che tratta l’associazionismo e il non profit in termini del tutto marginali), ma anche perché le leggi

Il Terzo settore: tra Stato e mercato o per un rinnovamento dello Stato e la regolazione del mercato?

1. Premessa

La lunga transizione italiana e la crisi della "Seconda Repubblica". Alla base della crisi italiana: crisi dello "stato sociale", "deregulation" neoliberista, peculiarità nazionali. Sussidiarietà orizzontale e beni comuni per rinnovare lo Stato. Il possibile ruolo del TS.

La lunga transizione del "sistema Italia" e del suo sistema politico e istituzionale sembra giunta a un nuovo capitolo segnalato dalla crisi della maggioranza di centro/destra[1] e del terzo governo Berlusconi, che hanno più al fondo la crisi del "berlusconismo" e della "seconda repubblica". Dopo 17 anni dalla "discesa in campo" del Cavaliere delle varie promesse avanzate a più riprese non c'è traccia: i posti di lavoro sono diminuiti, la crescita economica si è arrestata, l'incertezza e la precarietà è aumentata, le istituzioni sono sottoposte ad una tensione continua[2], ma, in fondo, il prevalere nello scenario politico italiano del principale imprenditore profit delle comunicazioni e della TV in particolare, emerso dopo la fine del monopolio pubblico, è coerente con l'involuzione che ha conosciuto sia il sistema politico che economico italiano.
Tutto ciò fa seguito all'indebolimento e al discredito che ha colpito la dimensione pubblica e la politica, accusate di burocratismo, inefficienza e corruzione, ma non è il prevalere dell'interesse privato, del proprio particulare, che ci può portare fuori dalla crisi, occorre piuttosto un nuovo spirito pubblico.

 
 
 

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