CARTA '91 - Protocollo d'intesa

1. Premessa
 

Con il seguente programma di lavoro, relativo all’anno in corso, un gruppo significativo di Centri di servizio per il volontariato (Csv) avvia una collaborazione che ha come obiettivo quello di cercare assieme nuove vie di sviluppo. I Csv hanno svolto in questi anni un ruolo importante per la crescita del volontariato e della cittadinanza attiva in Italia, e quindi un ruolo positivo per il rinnovamento della vita democratica e sociale, ma anche indirettamente per lo sviluppo dell’economia solidale nel nostro Paese. La crisi economica, un tunnel imboccato nel 2008 di cui non si vede ancora la fine, ma anche il mancato perseguimento di nuove prospettive condivise di sviluppo da parte dei Csv stessi, hanno imbrigliato i Centri al loro ruolo iniziale. Così mentre il volontariato cresceva richiedendo di fatto più servizi e di carattere nuovo, le risorse per funzionare e guardare al futuro si riducevano ad un quarto. Proseguendo su questa strada la prospettiva è la chiusura o la progressiva riduzione sino all’insignificanza di enti che hanno svolto un ruolo decisivo in questi anni nel sostenere la presenza e la crescita del volontariato. Assistiamo anzi in più casi ad un ritorno indietro, con alcune reti associative dello stesso mondo del volontariato, che invece di puntare allo sviluppo dei Csv, da esse stesse gestiti e che svolgono un’attività negli “interessi generali del volontariato”, preferiscono avere direttamente dalle fondazioni di origine bancaria un po’ di fondi da spendere subito, in una visione di carattere emergenziale e priva di una prospettiva per il nostro mondo e per il Paese.

 
 
2. Programma di lavoro
 
2.1. Il Centro studi
 
a. Caratteristiche

Il mondo del Volontariato e del Terzo Settore è cresciuto in continuazione in maniera rilevante negli ultimi quarant’anni, Non è che prima non sia storicamente esistito, basti pensare alle Misericordie, ma solo in quest’ultimo periodo ha da un lato assunto dimensioni sempre più grandi e dall’altro ha preso sempre più coscienza di un proprio specifico ruolo sociale. Le capacità di autorganizzazione dei cittadini nel perseguimento del bene comune, degli “interessi generali” come dicono i giuristi, hanno dato luogo a forme sempre più estese di cittadinanza attiva e di economia solidale. Sia le analisi di questo fenomeno in continua crescita, come la legislazione, hanno però più inseguito che interpretato in maniera soddisfacente il fenomeno: da un lato il Terzo Settore si definisce più per quel che non è che per quel che vuole essere (né Stato, né Mercato o non profit), mentre tutti i dati ufficiali ci dicono che i volontari sono presenti ben oltre il mondo delle Odv (nelle Aps, in associazioni generiche secondo CC, nelle stesse coopsociali, ecc.); dall’altro lato il mancato coordinamento nella legislazione speciale (Volontariato e Aps innanzitutto) e la mancanza di risorse, impediscono ai Csv di erogare servizi all’insieme del mondo del volontariato. Anche per i Csv si pone quindi il problema di ragionare sulle trasformazioni che coinvolgono il mondo a cui si rivolgono. Il “Centro studi” vuole quindi far dialogare tra loro gli stessi Csv, i membri degli organi sociali e i loro operatori, animando una discussione che coinvolga tutti i Centri che vogliano parteciparvi. Punta a mettere in campo un’elaborazione comune a partire dalle esperienze e dalle ricerche svolte da ciascuno di essi, con il contributo di studiosi delle diverse materie toccate.
Quindi qui di seguito sono elencate le tematiche intorno alle quali nel corso dell’anno si potrebbero svolgere delle attività seminariali, scegliendo come sede i vari Csv che condividono il progetto, attività dalle quali si ricaveranno pubblicazioni con le quali animare il dibattito nel territorio, con momenti di discussione e inchiesta che potranno precedere e preparare gli stessi seminari.
Inoltre le attività previste devono essere inspirate a modalità di lavoro che evitino inutili appesantimenti nelle risorse umane ed economiche impegnate, scarse in questa fase della vita ei Centri. Cioè ci si potrebbe da un lato suddividere il lavoro preparatorio di ciascun seminario, inoltre, agli incontri non è obbligatorio che partecipino tutti, perché da questi incontri si possono ricavare dei documenti scritti, delle pubblicazioni da postare online o, se ce ne saranno le risorse, da stampare. L'importante è cioè che ai seminari partecipi chi può dare un apporto di idee ed esperienze (se cioè si discuterà di "regionalizzazione" sarà importante discuterne nel territorio) e poi ricavarne documenti scritti, sulla base dei quali tenere altri incontri dove singoli Csv o di una Regione ce lo chiedono.

 
b. Tematiche per i Seminari:

  1. Riforma sistema Csv: bilancio e prospettive a ventiquattro anni dalla 266/91 (con particolare attenzione al dibattito in argomento parlamentare sulla legge delega sul TS).
  2. Riforma sistema Csv: Finalità, forme giuridiche e governance Csv e delle loro reti regionali e nazionali.
  3. Programmazione UE 2014/2020: ruolo del volontariato e del TS.
  4. Programmazione UE 2014/2020: Un bilancio dei POR e dei PON presentati alla Commissione Europea dalle Regioni dei Csv coinvolti dal progetto.
  5. Riforma sistema Csv: le risorse.
  6. Riforma sistema Csv: “regionalizzazione”, quale e come.
  7. Riforma sistema Csv: gli organi di controllo, un bilancio e una proposta.
  8. Riforma sistema Csv: una seconda generazione di servizi? Per quale volontariato?
  9. Sussidiarietà, democrazia deliberativa e partecipativa: la gestione partecipata dei Csv come esempio di applicazione dell’art. 43 della Costituzione. L’applicazione in Italia delle leggi e delle norme sulla partecipazione dei cittadini e delle loro organizzazioni alla vita pubblica (l’applicazione della 328/00, le varie forme di Consulte e Osservatori, il partenariato sociale nei regolamenti europei, ecc.) e il ruolo svolto o che potrebbero svolgere i Csv nel facilitarne l’applicazione.
  10. Quale rappresentanza per l’insieme del mondo del volontariato? Storia, limiti, situazione e prospettive degli organi di rappresentanza istituzionali e associativi.

 Le tematiche qui elencate hanno un valore indicativo, di indirizzo, il Programma di attività annuale (di cui al punto 3, Metodo di lavoro) definirà un’ipotesi di calendario e una precisazione delle tematiche che verranno affrontate. Inoltre, di volta in volta, gli organismi di governo del progetto definiranno meglio le caratteristiche di ciascuna iniziativa.
 

2.2. Il Gruppo di lavoro sulla programmazione partecipata dei fondi EU 2014/2020
 
I fondi strutturali dell’UE programmati per il nostro Paese per il settennato 2014/2020, sono essenzialmente i seguenti:
 

  • Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – 20,6 miliardi;
  • Fondo sociale europeo (FSE) – 10,4 miliardi;
  • Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) – 10,4 miliardi;
  • Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) – 0,537 miliardi.

A questi fondi va aggiunto il cofinanziamento nazionale che è altrettanto cospicuo.
Altri fondi a cui si può ricorrere, decisamente di minore entità, sono destinati a programmi gestiti direttamente dall’Unione Europea stessa, ma che non vanno trascurati perché possono favorire lo sviluppo di rapporti a livello europeo.
Il Regolamento n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, che stabilisce le modalità di utilizzo comuni a tutti i Fondi europei, ma anche il documento Metodi e obiettivi del Ministro F. Barca che a fine 2012 ha avviato la programmazione 2014/2020, insistono sull’importanza del partenariato sociale, sulla trasparenza e sulla partecipazione al processo di programmazione, attuativo e di verifica da parte degli stessi cittadini e dello stesso volontariato.
Si tratta quindi, attraverso il gruppo di lavoro, di favorire la partecipazione del volontariato: sia ai processi di programmazione, come a quelli di gestione e verifica.
Occorre sia studiare i regolamenti che i documenti di indirizzo dell’UE, dello Stato e delle Regioni. Inoltre sono, a seconda delle Regioni, in approvazione da qui a maggio, i diversi POR (Piani Operativi Regionali), PON (Piani Operativi Nazionali e i POIN (i Piani Operativi Interregionali). Occorre prenderne visione, sostenere la partecipazione del volontariato ai tavoli di partenariato, preparare il nostro mondo sia a gestire la parte dei fondi che ad esso si rivolge, ma anche a monitorare un uso efficiente degli stessi e rispondente ai bisogni del territorio, negli interessi generali della comunità.

 
2.3. Comunicazione

Il programma di lavoro qui delineato, relativo al Centro studi e al Gruppo di lavoro sulla programmazione partecipata ai fondi UE, è bene che sia aperto all'apporto e alla partecipazione di altri Csv, di Organizzazioni o Federazioni del mondo del volontariato e del TS, di esperti che intendano parteciparvi. È un lavoro che animiamo non solo nell'interesse dei Csv promotori, ma dell'insieme del mondo del volontariato e dell’insieme del sistema e Centri servizio.
Sarà quindi importante favorire la partecipazione a ciascuna iniziativa, ma anche far conoscere di volta in volta i risultati a cui giunge il nostro lavoro, sia per quanto riguarda il Centro studi sia per quanto riguarda la Programmazione partecipata ei fondi europei.
A questo scopo pensiamo di dare un puntuale informazione e tutti coloro che possono essere interessati dell'avanzamento del nostro lavoro.
A questo scopo si avvierà una collaborazione tra chi si occupa della comunicazione nell’ambito dei Csv aderenti al presente Protocollo, al fine:

  • di collaborare alla redazione di strumenti informativi di Carta ‘91 attraverso diversi strumenti di comunicazione online o cartacei, eventualmente periodici,
  • di diffondere notizie relative al lavoro di Carta ’91 nel territorio, attraverso gli strumenti di informazione già attivati da ciascun Csv (siti web, newsletter, eventuali periodici a stampa, ecc.).

 
3. Modalità di lavoro e Cabina di regia
 

Come abbiamo già sottolineato le attività più sopra previste devono essere inspirate a modalità di lavoro che evitino inutili appesantimenti nelle risorse umane ed economiche impegnate, scarse in questa fase della vita ei Centri.
Bisogna quindi pensare ad organismi agili e all’uso delle forme di comunicazione a distanza.
 
La Cabina di regia del progetto è costituita dai Presidenti dei Csv (o da loro stabili rappresentanti).
Dalle attività programmate e svolte possono emergere proposte, indirizzi e decisioni di lavoro per i Csv coinvolti, che necessariamente debbono essere sottoposte a chi rappresenta gli organi sociali dei Csv, e cioè i Presidenti. La Cabina di regia del progetto ha quindi il compito di discutere ed approvare tutte le azioni del progetto che abbiano un rilievo non esclusivamente tecnico, ma che entrano in relazione con la vita di ciascun Csv coinvolto e con il sistema dei Csv stessi.
Il programma di attività, eventuali i bilanci preventivi e consuntivi del progetto sono sottoposti all'approvazione della Cabina di regia.
 
Coordinamento e Segreteria
Il progetto ha i seguenti organismi tecnici di coordinamento:

  • un Coordinamento tecnico costituito dai Direttori dei Csv (o da loro stabili rappresentanti) che condividono il progetto. Il Coordinamento tecnico redige le proposte di programma di attività e gli eventuali bilanci preventivi e consuntivi, inoltre cura la realizzazione del progetto.
  • una Segreteria costituita da chi coordina il progetto, da un/a segretaria/o per ciascuno dei filoni di attività (Centro studi, Gruppo programmazione fondi UE, Comunicazione). La Segreteria coordina le attività del Coordinamento tecnico e normalmente predispone gli atti istruttori necessari alla Cabina di regia e al Coordinamento tecnico.

 
Metodo di lavoro
La Cabina di regia e il Coordinamento tecnico del progetto decidono attraverso il metodo del dialogo e normalmente all'unanimità.
Sulla base dell'esperienza nel corso della realizzazione del progetto, i firmatari del presente Protocollo di intesa potranno integrare lo stesso.
Ai primi firmatari del seguente Protocollo di intesa, si potranno aggiungere altri Csv che ne condividano i contenuti.
Le attività svolte e i gruppi di lavoro che le realizzeranno sono aperti ai Csv che intenderanno parteciparvi, agli studiosi, ai rappresentanti del volontariato, secondo le modalità precisate nella progettazione delle singole attività.
Annualmente su proposta del Coordinamento tecnico la cabina di regia approva un Programma annuale di attività.
 
Gestione amministrativadel progetto
Ciascun Csv si fa carico direttamente di una parte delle attività e delle spese.
Qual’ora se ne presentasse la necessità o anche la sola opportunità, ad es. al fine di acquisire eventuali sostegni o finanziamenti, si considererà l’opportunità di costituire un’Associazione temporanea di scopo.

 Roma luglio 2015 

 
Hanno sinora aderito
 
Assiprov – Centro servizi volontariato Forlì Cesena
Cesvot- Centro sevizi volontariato Toscana
Csv Aurora – Centro servizi volontariato Crotone
Csv Salento – Centro servizi volontariato Lecce

Csv Vibo Valentia - Centro servizi volontariato Vibo Valentia
Per gli altri – Centro servizi volontariato Ravenna
Spes – Centro servizi volontariato Lazio
 
 
 

Privacy Policy