Il TAR del Lazio sospende il provvedimento che dimezzava i fondi per i Centri di servizio per il volontariato
Il 19 aprile scorso il Ministero del Tesoro attraverso un proprio atto di indirizzo, aveva modificato le modalità di calcolo dei fondi a disposizione dei Centri di servizio per il volontariato, dimezzando a partire da quest’anno gli accantonamenti che le Fondazioni ex bancarie devono fare, secondo la legge quadro per il volontariato. In pratica, con un semplice atto amministrativo venivano modificate delle disposizioni di legge.Al provvedimento si era opposto tutto il mondo del volontariato attraverso la Conferenza Permanente dei Presidenti delle Associazioni e Federazioni Nazionali di Volontariato, l’Osservatorio nazionale per il volontariato, il Collegamento nazionale dei Centri di servizio per il volontariato, il Forum Nazionale del Terzo Settore.
Le associazioni nazionali di volontariato Anpas, Arci, Auser e 18 centri di servizio avevano quindi fatto ricorso al TAR del Lazio chiedendo la sospensione del provvedimento.
Il TAR l’11 luglio 2001 ha accolto il ricorso delle associazioni di volontariato, ha sospeso con propria ordinanza il comma dell’atto di indirizzo impugnato, ritenendo l’atto formalmente inadeguato allo scopo.
Il giudizio del Tar del Lazio non è terminato, in una successiva seduta si esprimerà nel merito del ricorso, ma non si può non rilevare che già tre sentenze della Corte costituzionale avevano confermato la validità dell’art. 15 della legge quadro per il volontariato che istituisce i "centri di servizio a disposizione delle organizzazioni di volontariato, e da queste gestiti". Una norma molto innovativa che definiva per la prima volta, un rapporto tra fondazioni bancarie e associazioni di volontariato attraverso regole trasparenti e non clientelari. Forse anche per questo così numerosi sono stati i ricorsi e i tentativi di modificarlo. Così anche questa volta non è avvenuto.
Inoltre dal provvedimento del Tar del Lazio esce sconfitta la logica autoreferenziale del Ministero del Tesoro e dell’Acri (l’associazione delle Casse di Risparmio), che hanno evitato ogni confronto con il volontariato nella predisposizione di un provvedimento che minacciava pericolosamente la prosecuzione di tante attività di solidarietà sociale.
Crediamo sia ora di superare questa situazione di stallo ed aprire finalmente un confronto aperto e chiaro sul miglior utilizzo delle risorse a disposizione coinvolgendo tutti i soggetti interessati, partendo dal rispetto dei diritti e dell’autonomia del mondo del volontariato.
Le associazioni nazionali:
Anpas, Arci, Auser