Collegamento Nazionale
dei Centri di Servizio per il Volontariato


Sospeso dal TAR del Lazio il provvedimento con cui il ministero del tesoro dimezzava i fondi delle fondazioni bancarie per i Centri di servizio per il volontariato









L'ex Ministro del Tesoro Visco con un imprevisto e imprevedibile provvedimento sui bilanci delle fondazioni bancarie, pubblicato a fine aprile in Gazzetta Ufficiale, aveva dimezzato di fatto i fondi ai Centri di servizio per il Volontariato. Tale risultato era stato ottenuto nell’ambito di un semplice atto d’indirizzo che né può modificare la legge ne può assumere i connotati del Regolamento.

Il Collegamento nazionale dei Centri di Servizio e numerose organizzazioni di volontariato avevano contestato tale provvedimento ritenendolo illegittimo nella forma e nei contenuti e inopportuno sotto una molteplicità di profili. Il Collegamento nazionale ha quindi effettuato pressioni al Governo e ha deciso di ricorrere al TAR del Lazio, con il patrocinio degli avvocati Bassano Baroni, Marco Masi e Salvatore Pettinato, chiedendo la sospensiva prima e l'annullamento poi dell'Atto d'indirizzo nel punto 9.7 relativo al calcolo per i fondi destinati ai Centri di Servizio.

I Centri di Servizio per il Volontariato sono organismi gestiti dalle organizzazioni di Volontariato, finanziati dalle fondazioni bancarie attraverso la legge sul volontariato, con l’obiettivo di realizzare iniziative e servizi a sostegno del Volontariato, per promuoverlo e qualificarlo.

Con l'Atto di indirizzo, al punto 9.7, si modificava il calcolo degli accantonamenti che le fondazioni bancarie sono tenute ad effettuare a favore dei Centri di servizio per il Volontariato, dimezzandone nella migliore delle ipotesi l’entità.Per i Centri questo comporta una riduzione di almeno il 50% dei fondi, per le fondazioni bancarie una maggiore disponibilità solo del 3,4%.

Il TAR del Lazio ha accolto la domanda di sospendere il punto 9.7 dell'Atto d'indirizzo che prevedeva il nuovo sistema di calcolo dei fondi destinati ai Centri di Servizio. Il TAR ritiene fondato il ricorso quantomeno perché l’Atto d’indirizzo né poteva modificare la legge né poteva assumere una funzione di Regolamento. Le norme governative sulla compilazione dei bilanci delle fondazioni bancarie devono essere emanate nelle forme del Regolamento previo il parere del Consiglio di Stato ed il visto della Corte dei Conti, quali forme dirette ad assicurare la legittimità del provvedimento. Invece l’Atto d’indirizzo voluto dal Ministero del Tesoro ha omesso qualsiasi adempimento garantistico e si è limitato ad acquisire il solo parere delle fondazioni bancarie, ovviamente consenzienti di esprimere un assenso a obiettivi da loro tenacemente perseguiti da tempo.

Questa decisione conferma le nostre dichiarazioni circa l'illegittimità dell'Atto nel punto 9.7.Riteniamo e auspichiamo quindi che questo evento possa accelerare il processo di confronto e collaborazione con i Comitati di Gestione e le Fondazioni bancarie per affrontare i problemi relativi ai Centri di servizio ed individuare le modalità più adatte per valorizzare il loro contributo e sostegno al volontariato. Tale collaborazione era stata più volte da noi sollecitata anche con le lettere inviate alla Consulta nazionale del Comitato di Gestione dove si chiedeva un incontro per affrontare questi ed altri temi concernenti la situazione dei Centri, la loro normativa e il loro sviluppo.

Auspichiamo anche l'attivazione del confronto nazionale con gli altri interlocutori: le rappresentanze nazionali del volontariato, il Ministero, il Coordinamento delle Regioni e degli Enti locali.

Recenti iniziative svolte da noi in collaborazione con CONVOL (Conferenza nazionale dei Presidenti delle Organizzazioni e Federazioni nazionali di Volontariato, che raggruppa 20 fra le più grandi associazioni e federazioni di volontariato nazionale), testimoniamo che vi è un forte desiderio di collaborazione reciproca tra i Centri di Servizio e le organizzazioni di Volontariato che sono anche soci degli enti gestori dei Centri di Servizio per il volontariato, rendendo così realtà il principio ispiratore dell'art. 15 della legge sul volontariato che prevedeva che i servizi alle organizzazioni fossero governati dalle stesse organizzazioni di volontariato, associate fra loro. Un recente documento elaborato da CONVOL e diffuso tra le associazioni esprime la contrarietà all'Atto d'indirizzo rafforzando questo rapporto che è indispensabile per una maggiore efficacia dei servizi messi a disposizione del volontariato dai Centri e per favorire una loro maggiore adeguatezza ai bisogni.

Intendiamo ringraziare CONVOL e le associazioni che ci hanno sostenuto in questa vicenda sia partecipando ai ricorsi (ARCI, AUSER, ANPAS) e sia sottoscrivendo il già citato documento. Ricordiamo e ringraziamo l'Osservatorio nazionale del Volontariato, costituito da diverse organizzazioni nazionali di volontariato ed esperti del settore, che ha nei mesi scorsi espresso un parere contrario all’Atto d’indirizzo, chiedendone la revoca immediata.

Può essere certamente riconosciuto che ad oggi esistono fondi accantonati e non utilizzabili dai Centri di Servizio. Ciò perché in diverse regioni Campania, Puglia, Calabria, provincia di Bolzano i Centri di Servizio non sono stati attivati nonostante le reiterate richieste del Volontariato. I Comitati di Gestione, dove le fondazioni bancarie hanno la maggioranza e che sono inizialmente convocati dalla Regione, non hanno ancora provveduto ad emettere il bando, oppure come in Sicilia hanno insediato i Centri solo oggi. Questi ritardi comportano il non utilizzo, e non certo per responsabilità del Volontariato o dei Centri di almeno 12 miliardi e mezzo, proprio al sud dove ce ne sarebbe più bisogno. Altra ragione è dovuta al fatto che i primi Centri sono stati istituiti solo nel 1997 perché l’art. 15 della legge quadro sul volontariato del 1991 è stato impugnato tre volte dalle fondazioni bancarie fino in Corte Costituzionale che con tre sentenze ha dichiarato l’articolo e la sua applicazione legittimi. Senza contare le lungaggini burocratiche attuate dai vari enti che dovevano insediare i Comitati di Gestione e istituire i Centri di Servizio. Per effetto di questa parentesi dal 1992 al 1996, i fondi accantonati nel 2000, sulla base dei bilanci 1999 saranno utilizzati soltanto nel 2002 dai Centri più anziani e nel 2005 da quelli di più recente costituzione come il Friuli e la Sicilia. In questo modo giacciono inutilizzati circa altri 250 miliardi.

Quindi non si può affermare l’esuberanza di risorse rispetto alle molteplici esigenze strumentali dell’imponente attività di volontariato in tutte le sue espressioni, sostenuto e supportato dall’azione dei Centri di Servizio. I fondi accantonati sono conseguenza di meccanismi burocratici e di lentezza nelle decisioni di chi doveva innescare i processi.

E’ nostra volontà e desiderio collaborare con tutti gli interlocutori per superare queste difficoltà e lungaggini per mettere a disposizione quanto prima un maggior numero di servizi, attività e opportunità al mondo del volontariato.

                                            Il portavoce del
                                            Collegamento Nazionale
                                            dei Centri di Servizio
                                            per il Volontariato

                                            Marco Granelli