PROPOSTE PER LA REALIZZAZIONE DEI

CENTRI DI SERVIZIO PER IL VOLONTARIATO (l. n. 266/91)


 




I firmatari del seguente documento intendono comunicare a tutti i soggetti interessati valutazioni e proposte comuni intorno alla realizzazione dei Centri di Servizio per il Volontariato previsti dalla legge 266/91, orientamenti emersi anche dal positivo lavoro svolto nel Seminario "Progettazione organizzativa dei Centri di Servizio" - indetto dall'Osservatorio Nazionale per il Volontariato ed organizzato dalla Fondazione Italiana per il Volontariato - tenutosi a Roma il 12/13 luglio u.s.
Auspichiamo che le Istituzioni competenti tengano conto, nel loro intervento, delle caratteristiche e dei fini da noi più avanti delineate per la realizzazione dei Centri di Servizio.

In particolare chiediamo:
 

AL SIGNOR MINISTRO ADRIANO OSSICINI

Di sovrintendere affinché, in questa fase cruciale di avvio dei Centri di Servizio, ogni Istituzione interessata assolva ai compiti assegnategli dalla legge quadro sul volontariato e dal D.M. 21 novembre 1991.
Di istituire, d'intesa con l'Osservatorio Nazionale per il Volontariato, un gruppo di lavoro nazionale sui Centri di servizio che operi per tutta la fase di avvio degli stessi, costituendo così un utile punto di riferimento per tutti i soggetti interessati. Il gruppo potrebbe essere composto con lo stesso criterio con cui è stato convocato il Seminario del 12 e 13 u.s.; non debbono però mancare rappresentanti dell'Acri, del Coordinamento degli Assessori regionali ai servizi sociali e degli organismi di rappresentanza degli Enti locali.
Di insediare i Comitati di gestione dei fondi speciali presso le Regioni con provvedimenti disgiunti, man mano che vengono completate le nomine per ciascun Comitato.
Di emanare al più presto, in accordo con l'Osservatorio, una direttiva che indichi tempi e modalità per l'avvio del lavoro dei Comitati di Gestione. In particolare deve essere dato a tutti i soggetti che ne hanno diritto il tempo necessario per presentare domanda di costituzione dei centri di servizio e perché eventualmente si costituiscano strutture (come associazioni di associazioni, ecc.) che successivamente possono essere riconosciute come Centri di Servizio.
 

ALL'OSSERVATORIO NAZIONALE PER IL VOLONTARIATO

Di sostenere l'avvio di un progetto pilota, quanto mai necessario per la nascita di un servizio del tutto nuovo per la realtà italiana. Innanzitutto occorre raccogliere e discutere la bibliografia, le analisi risultanti dalle ricerche sul mondo del volontariato e del terzo sistema e poi studiare direttamente le esperienze italiane ed estere. Successivamente, sulla base delle diverse peculiarità regionali del volontariato, scegliere nelle regioni che per prime avvieranno i Centri di Servizio delle aree da sottoporre a particolare attenzione: svolgendo indagini accurate sui bisogni e sulle aspettative delle associazioni di volontariato, progettando e sperimentando l'organizzazione dei Centri di Servizio. Tutto questo lavoro deve essere oggetto di periodiche pubblicazioni e confronti, affinché tutti ne possano usufruire.
 

ALL'ACRI, ALLE FONDAZIONI CASSE DI RISPARMIO E AGLI ENTI CREDITIZI

Di provvedere alle nomine dei rappresentanti che loro spettano nei Comitati di Gestione. In particolare alle Fondazioni e agli Enti chiediamo di tenere conto delle peculiarità del settore in cui detti rappresentanti sono chiamati ad operare. Non è questa una sottolineatura inutile perché si tratta di avviare un'attività del tutto nuova, perché occorrono persone che abbiano buona conoscenza dei problemi sociali presenti nella regione e perché il volontariato con la sua alta carica di impegno morale e civile costituisce effettivamente un mondo molto particolare.
Infine all'Acri chiediamo di rendere subito nota a tutti i soggetti interessati, e non solo alle Fondazioni Casse di Risparmio ed agli Enti creditizi, la ripartizione dei rappresentanti che spetta ad essi nei Comitati di gestione. É una questione di interesse pubblico, destinata comunque a divenire pubblica, che quindi non ha senso che rimanga riservata.
 

ALLE REGIONI E PROVINCIE AUTONOME

Di nominare i rappresentanti di loro competenza, cosa che solo otto Regioni hanno già fatto. Auspichiamo inoltre che nella nomina dei "quattro rappresentanti delle organizzazioni di volontariato - iscritte nei registri regionali - maggiormente presenti nel territorio regionale" si proceda consultando con procedura democratica certa le stesse organizzazioni di volontariato, evitando così nomine che a torto o a ragione si prestano a critiche inevitabili.
Auspichiamo inoltre che le Regioni convochino al più presto, d'intesa con i coordinamenti regionali del volontariato (osservatori regionali, consulte, ecc.), un'iniziativa di studio e pubblico confronto tra tutti i soggetti interessati all'avvio dei Centri di Servizio. Ciò al fine di avviare da subito quel "lavoro a rete" indispensabile per il buon funzionamento dei Centri.
 

AI PRESIDENTI DELLE ASSOCIAZIONI
E FEDERAZIONI NAZIONALI DI VOLONTARIATO

Di rendere noto a tutte le organizzazioni ad esse aderenti il presente documento.

Di sollecitare le organizzazioni regionali di volontariato a incontrarsi:

*per concordare le località per le quali richiedere la costituzione dei tre Centri di Servizio possibili, chiedendo contemporaneamente per le provincie nelle quali non vi sarà la sede legale del Centro l'apertura di un adeguato centro operativo;
*per indicare o formare se occorre, le strutture che il volontariato candida unitariamente alla gestione dei Centri di Servizio.
 
 

CARATTERISTICHE E FINI DEI CENTRI DI SERVIZIO

L'istituzione di Centri per la promozione della crescita e la valorizzazione del volontariato, e cioè l'erogazione di servizi e non di denaro, è una positiva ed importante novità della legge 266/91. Ciò può impedire sprechi e permette un buon uso delle risorse essendo i servizi per definizione connessi ad un lavoro in svolgimento e da svolgere.
 

COMPITI

Tra i compiti previsti dal D.M. del 21/11/91 (consulenza legale e fiscale, informazioni concernenti il volontariato, supporto a chi intende intraprendere nuove iniziative di volontariato, promozione del volontariato, consulenza e assistenza nella progettazione e realizzazione di specifiche attività, formazione, ecc.) riteniamo che particolare attenzione debba essere prestata alla formazione per tutti i volontari e per i quadri, sulle ragioni che motivano limpegno del volontariato e sulle tecniche di intervento. L'azione dei Centri deve cioè puntare a far crescere la cultura delle associazioni, le capacità gestionali ed organizzative, la loro capacità di autogoverno, l'autonoma capacità di intervento. Ciò è essenziale anche per qualificare lintervento del volontariato, al fine di promuovere e valorizzare le autonome risorse presenti nei contesti sociali e tra le persone dove il volontariato opera.
Utili saranno infine informazioni puntuali relative al reperimento di fondi pubblici, nazionali o dell'Unione Europea, o privati.
 

STRATEGIE DI INTERVENTO E GESTIONE

Noi riteniamo che i Centri debbano essere gestiti da organizzazioni (associazioni di associazioni, consorzi, ecc.) rappresentative delle pluralità culturali e delle aree di intervento delle associazioni del volontariato italiano; in sintonia del resto con l'art. 15 della l.n. 266/91 che li istituisce, per il quale essi sono "a disposizione delle organizzazioni di volontariato e da queste gestiti".
Riteniamo altresì che nella realizzazione dei servizi da svolgere debbano essere valorizzate le esperienze e le competenze presenti nello stesso mondo del volontariato, con una visione non autarchica e capace di coinvolgere le altre organizzazioni del terzo sistema (associazionismo, cooperazione sociale, fondazioni, patronati, ecc.). Il Centro di Servizio deve cioè operare nel proprio territorio in un collegamento a rete, favorendo il rapporto e l'elaborazione di una comune strategia di intervento tra associazioni di volontariato, organizzazioni non-profit ed istituzioni pubbliche.
 

ORGANIZZAZIONE E RISORSE

I fondi disponibili per ciascun Centro di Servizi, alimentati da 1/15 degli utili delle Fondazioni Casse di Risparmio e degli Enti di origine bancaria, particolarmente in alcune regioni, non saranno molti. É quindi necessario sollecitare il sostegno, almeno di carattere logistico ed organizzativo, delle Regioni, delle Provincie autonome e degli Enti locali.
Al fine di poter svolgere il "lavoro a rete" sopra auspicato sarà bene innanzitutto collegare i centri tra di loro e dotarli delle infrastrutture necessarie a p73 questo scopo.
É inoltre auspicabile una struttura snella con responsabili, anche con contratti di consulenza e collaborazione, per tipo di prestazione (consulenza, documentazione, assistenza, informazione, formazione, ecc.); coinvolgendo poi nei singoli interventi realtà del mondo del volontariato e del non-profit, consentendo così sensibili riduzioni dei costi ed un intervento a più ampio raggio. Deve essere però chiaro che un buon funzionamento dei Centri di Servizio presuppone la presenza di uno staff tecnico qualificato ed appositamente preparato, autonomo e responsabile nell'espletamento dei compiti che gli sono affidati.
Infine, per quel che riguarda i fondi, è da sottolineare che quelli previsti per i Centri di Servizio non debbono svolgere funzione di supplenza rispetto ad altri già previsti per il volontariato e da sollecitare. Così ad esempio per la formazione che la l.n. 266/91 e le leggi regionali prevedono sia svolta con finanziamenti tratti dalla formazione professionale. Il Centro quindi si limiterà in questo caso ad analizzare i bisogni formativi, a progettare le attività di formazione, a sperimentare corsi di carattere innovativo.
 

Roma 3 Agosto 1995
 
 

FIRMATO

P. Crenna (Federavo)
D. De Simone (Mo.V.I.)
G. Del Bufalo (Agesci)
M. Ducci (Anpas)
E. Ermini (Centro Nazionale per il Volontariato)
C. Fanelli (Lega Naz. delle Cooperative e Mutue)
L. Floramo (Aicat)
A. Frosini (Confederazione Nazionale Misericordie d'Italia)
F. Fumagalli (Cisl)
R. Maestrini, F. Marzocchi (Federsolidarietà)
S. Magnabosco (Arcisolidarietà)
N. Manzi (Iacp)
A. Mazzetti (Auser)
G. Memo (Gruppo di studio interassociativo sui Centri di servizio)
S. Morando (Avulss)
P. Neri (Osservatorio Meridionale)
C. Pagliarini (Arci Ragazzi)
G. Panizza (Cnca)
A. Poli (Fondazione Italiana per il Volontariato)
L. Quaranta (Coordinamento Genitori Democratici)
A. Raponi (Age)
A.M. Strambi (Società San Vincenzo De Paoli)
M. P. Tavazza (Gruppo di studio interassociativo sui Centtri di Servizio)
G. Temporin (Ital Uil)
R. Volpini (Acli)